Le Argonautiche di Apollonio Rodio
Figlio del re di Iolco Esone e sposo
della maga Medea, Giasone è noto per essere stato a capo della spedizione degli
Argonauti, finalizzata alla conquista del vello d'oro. Volendo riconquistare il
trono di Iolco usurpato al padre Esone dal fratellastro Pelia, Giasone dovrà
andare alla conquista del vello d'oro, la pelle dell'ariete dorato che si trova
nella Colchide presso il re Eeta, a capo di un gruppo di eroi, gli Argonauti,
che formano l'equipaggio della nave Argo. Grazie all'aiuto della maga Medea,
figlia di Eeta, riuscirà nell'impresa. Fonte molto antica (traccia degli
argonauti già nell’Odissea, diverse varianti. Versione mitica e fantastica di
un fatto storico: il primo ampliamento della civiltà greca attraverso le
traversate marittime
Rupi
Simplegadi
Enormi scogli in perenne collisione
che stritolavano tutto ciò che passasse attraverso loro; passaggio molto
pericoloso (mare mosso, roccie, passaggio stretto, gorghi ecc.) ma Atena li
osserva. Viene liberata una colomba (l’oracolo ha predetto che se la colomba
riesce a passare allora anche gli eroi potranno passare col favore degli dei)
che, per un soffio, riesce a passare prima che le rocce si chiudano. Gli
argonauti tentano di passare ma le onde contrarie li ostacolano. Bloccati a
metà del passaggio l’intervento di Atena li mette in salvo (spinge la nave ed
evita che il passaggio si chiuda sui marinai).
La
lotta di Giasone con gli uomini nati dalla terra
Giasone arrivò nella Colchide
(sull'attuale costa georgiana del Mar Nero) per conquistare il vello d'oro, che
il re Eeta aveva avuto da Frisso. Eeta promise di darlo a Giasone a patto di
superare delle prove, ma una volta saputo di cosa si trattava Giasone si
disperò. Era ne parlò con Afrodite, la quale chiese al figlio Eros di far
innamorare di Giasone la figlia di Eeta, Medea, così da aiutarlo. Nella prima
Giasone (i suoi compagi sono terrorizzati) doveva arare un campo facendo uso di
due tori dalle unghie di bronzo che spiravano fiamme dalle narici e che doveva
aggiogare all'aratro. Medea gli diede una pomata che lo protesse dalle fiamme
dei tori, consentendogli di superare la prova (anche grazie alla collaborazione
dei Dioscuri). Nella seconda Giasone doveva seminare nel campo appena arato i
denti di un drago, i quali, germogliando, generavano un'armata di guerrieri.
Ancora una volta Medea istruì Giasone su come poteva fare per avere la meglio:
egli lanciò un sasso in mezzo ai guerrieri che, incapaci di capirne la
provenienza, si attaccarono tra di loro annientandosi.
"Giasone e Medea" Girolamo Macchietti |
La
fuga di Medea con gli Argonauti
Medea dilaniata dai dubbi e dalla
paura (mandatale da Era): teme che si venga a sapere che è stata lei,
attraverso le sue arti magiche ad aiutare Giasone nel superare le prove. Pensa
di ammazzarsi usando uno dei suoi veleni ma Era le fa cambiare idea e la porta
a decidere di scappare con gli argonauti. Fugge dal suo palazzo durante la
notte; Selene (la luna) gioisce delle sua sofferenza: come lei soffre per il
suo innamorato Endimione (che dorme in eterno per non perdere la sua bellezza)
così anche Medea, nonostante la sua sapienza dovrà soffrire per Giasone.
La
conquista del vello d’oro
Medea e Giasone devono recuperare il
vello d’oro che però è difeso da un terribile e terrificante drago. Medea
utilizza le sue arti magiche e i suoi filtri per riuscire ad addormentare la
bestia e permettere così a Giasone di recuperare il mitico vello d’oro.
L’assassinio
di Apsirto
Due versioni del mito
concernente questo personaggio (fratello di Medea). Apsirto è un giovane
adulto. Eete manda il figlio ad inseguire la nave Argo. Medea attira il
fratello in una trappola e facendogli credere che Giasone si fosse impossessato
di lei con la forza, lo invitò ad un appuntamento in un luogo sacro (il tempo
di Artemide), dove Giasone gli tiene un'imboscata e lo uccide. Giasone poi
taglia gli arti al cadavere di Apsirto prima di seppellirlo.
Il giardino delle Esperidi
Quando gli Argonauti
giungono al giardino delle Esperidi (durante la strada del ritorno dalla
Coclide) trovano il corpo del drago ormai senza vita (colpito a morte da Eracle
con una freccia intinta di veleno tratto dall’Idra di Lerna). Le Ninfee
(disperate per il furto delle mele d’oro) che vivono sull’isola per paura si
tramutano in polvere e terra ma Orfeo riesce a convincerle a dargli una mano.
Le Ninfee si mostrano agli Argonauti e dopo avergli raccontato di quanto
accaduto il giorno prima con Eracle gli indicano una fonte alla quale
abbeverarsi.
Uno dei possibili itinerari degli Argonauti |
Bibliografia:
"Le Parole del Mito" di Marina cavalli
https://it.wikipedia.org/wiki/Giasone_(mitologia)
https://librolandia.wordpress.com/
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