I Tagli di Fontana (e perché non li avrebbe potuti fare chiunque)
Fontana è uno di quegli artisti
contemporanei che più di altri divide l’opinione pubblica. C’è chi lo ritiene
un genio innovatore e chi ritiene i suoi lavori (e soprattutto i tagli)
qualcosa di difficilmente considerabile arte. Ho deciso di parlare di Fontana
perché credo che sia uno di quegli artisti che merita e necessita una
spiegazione un po’ più approfondita per riuscire a capire appieno la portata
delle sue opere (e anche per non sentire più dire “anche un bambino sarebbe
capace di tagliare una tela”).
Ma chi era Lucio Fontana?
Lucio Fontana è stato uno dei più
importanti artisti italiani contemporanei che con la sua attività ha
rivoluzionato il nostro conetto di arte. Fontana è un artista poliedrico che
nel corso della sua carriera ha sperimentato diverse tecniche dalla scultura
alla ceramica, dalle tele dipinte agli ambienti spaziali. L’opera dell’artista
milanese diventa nota al grande pubblico dopo la Seconda Guerra Mondiale quando
Fontana comincia a tagliare la tela dando vita alle sue opere più iconiche.
Stando a quanto riportato sul
sito della Fondazione Fontana “Si qualificano con questo nome le opere
pittoriche che presentano uno o più tagli, netti e regolari, operati con
l'intento di oltrepassare la superficie della tela di supporto”. Nei suoi
famosissimi tagli Fontana si approccia al tema dell’oltre, del realizzare la
terza dimensione superando i limiti dettati da un supporto piatto come la tela.
Proprio perché al centro dell’attenzione di Fontana si pone il concetto di spazio
ciò che viene rappresentato sulla tela perde completamente di importanza tanto
da essere dipinta a tinte piatte monocrome. Questo altrove, questa dimensione
mentale alternativa al di là della tela viene definita dal pittore “Attesa” (o
attese se i tagli sono più di uno) tanto che la serie di quadri tagliati
prendono tutti il nome di “Concetto spaziale, attesa”.
Concetto Spaziale. Attese di Lucio Fontana del 1967 |
Se inizialmente i tagli sono
multipli col passare del tempo si riducono fino a quando non ne resta solo uno
che attraversa verticalmente tutta la tela. Dagli anni ’60 del ‘900 Fontana
aumenta la produzione di tagli realizzando centinaia di opere arrivando quasi a
meccanizzare il gesto creativo inserendolo in una routine ripetitiva e sempre
uguale: si partiva la mattina con il dipingere le tele così da permettere nel
pomeriggio, a pittura ormai asciutta, di imprimere i famosi squarci impressi
con l’uso di un taglierino in un movimento rapido ma al contempo sicuro e
meditato.
Nei tagli di Fontana poi, oltre
al concetto di spazio, ottiene molta importanza l’idea di luce che colpendo la
tela si pone in opposizione con il buio del taglio creando un contrasto tra la
luminosità dell’aldiquà di ciò che ci è noto e il buio e il mistero dell’oltre,
dello sconosciuto.
Non a caso Lucio Fontana è stato
il fondatore del movimento spazialista una corrente artistica che da lui prende
il via e che concentra i suoi sforzi sul superare la bidimensionalità del
supporto pittorico classico (al tela) in modo materico (come con i tagli) e con
ogni tecnica artistica possibile e immaginabile (ad esempio con gli ambienti
spaziali) superando il concetto canonico di arte, e quindi di pittura e di
scultura, creando opere nuove che ponessero al centro il concetto di spazio e
spazialità
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