Jacques-Louis David

L’esigenza di rigore etico tipica del neoclassicismo spinge Jacques-Louis David (1748-1825) a una radicale riforma dell’arte. David spinge per un ritorno all'antico visto come modello di virtù civile, giustizia e bellezza. Egli rappresenta l’interpretazione ideologica del neo classicismo europeo.

La sua prima formazione avviene con il pittore e incisore Boucher. David frequenta poi corsi all'Accademia finché non ottenne il Prix de Rome che gli permise di partire nel 1755 la volta dell’Italia. Nei cinque anni di soggiorno romano l’artista passa un periodo tormentato difficile poco soddisfacente dal punto di vista della produzione che però fu ricco di esperienze fondamentali: David scoprì l’arte italiana e studio l’antico; fu inoltre attirato da Caravaggio e dalla sua capacità di presa del reale. A Roma, probabilmente, intraprese anche la sua formazione teorica con lo studio dei testi di Winckelmann e di Mengs. Durante il viaggio a Napoli del 1779 però David subì una sorta di improvvisa illuminazione che lo portò a guardare l’antico con gli occhi di Raffaello come esempio di nobiltà di stile e di grandezza umanistica. Risale al suo ritorno in Francia il “Bellisario riconosciuto“(1781). In quest’opera accanto ai moduli di ascendenza poussiniana (composizione per piani paralleli, paesaggio con architetture e forte diagonale delle mezze colonne) ci sono elementi nuovi: l’impaginazione compositiva costituita su un rigoroso incrocio di verticali e orizzontali e la concentrazione sugli elementi essenziali. L’opera si propone come esempio morale. La vicenda storica di Bellisario, generale in disgrazia, ormai vecchio cieco, riconosciuto da un soldato che aveva militato sotto il suo comando proprio nel momento in cui riceve l’elemosina da un passante diventa una meditazione sulla caducità della gloria.
Il giuramento degli Orazi
 È con “Il giuramento degli Orazi” (1784-1785) che David si rivela padrone di un linguaggio nuovo e autonomo e raggiunge una sintesi tra forme contenuto in un’immagine di grande immediatezza. Per la realizzazione dell’opera (molto importante in quanto è una commissione reale) l’artista si trasferì nuovamente a Roma (qui l’opera sarà esposta al pubblico per breve tempo). David si ispirò alla letteratura latina di Tito Livio e dalla tragedia di Corneille (presentata sulle scene Parigi nel 1782). David scelse una circostanza che non trova riscontro nelle fonti: il momento del giuramento solenne dei tre fratelli che decidono di sacrificarsi per la patria. Lo sguardo di chi osserva viene attratto, in primo luogo, dal gesto risoluto dei tre fratelli che trova riscontro nella determinazione con cui il padre sorregge le spade. Le donne piangenti sono contrapposte, nella loro mollezza sentimentale, alla fermezza del gruppo principale. Il coraggio eroico e l'effusione del sentimento sono due facce della stessa medaglia. Gli Orazi sembrano incarnare quegli ideali che a breve animeranno i protagonisti della rivoluzione. Il “Bruto e i littori” presentato al Salon del 1789 È stato accolto come simbolo repubblicano, emblema di un’età intransigente e sublime. Bruto, il patriota, è colto durante la meditazione dopo aver fatto decapitare figli colpevole di tradimento. L’artista partecipò attivamente alla rivoluzione, fu deputato nella Convenzione, votò la morte del re e fece parte del Comitato di salute pubblica, riformò l’insegnamento e le istituzioni artistiche dopo aver soppresso l’Accademia. Il gesto degli Orazi ritorna nella tela (mai realizzata) destinata commemorare il primato della sovranità popolare: il “Giuramento del Jeu de Paume” il cui disegno entusiasmo il pubblico del Salon del 1791.
402px-Jacques-Louis_David_-_La_Mort_de_Marat.jpg (402×480)
La morte del Marat
 David celebrai martiri della rivoluzione nella trilogia commemorativa di Peletier de Saint-Forgeau, di Marat (“Marat assassinato” 1793) e di Bara (“La morte di Bara”). David finì in carcere durante la reazione termidoriana e, da quel momento, inizia a dipingere una serie di ritratti che denunciano un distacco dall'austerità delle composizioni storiche e una visione più aggraziata e sentimentale. David risente del mutato clima politico e questo si vede molto bene in un quadro come “Le Sabine arrestano il combattimento tra i Romani e i Sabini” (1799) in cui le donne, insieme ai figli, si interpongono tra i loro uomini e i romani. Attraverso questa metafora David fa un invito alla riconciliazione nazionale.

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