Il divisionismo e i suoi maestri

All'esposizione triennale di Brera del 1891 emersero nuove tendenze (rispetto al gusto prevalente in Italia ancora legato al naturalismo) sia per quanto riguarda la tecnica che per lo stile.
Queste nuove tendenze vennero poi riunite sotto l'etichetta di divisionismo


Il nome prende spunto dalla tecnica usata da questi pittori che consiste nella divisione del colore con pennellate allungate e filamentose che tendono a sovrapporsi. Questa tecnica nasce dalla volontà di restituire gli effetti luminosi. Le opere spesso affrontano, in modo critico, temi inerenti alla storia contemporanea.
"Le due madri" di Giovanni Segantini


Giovanni Segantini (1858-1899): orfano di entrambi i genitori passa alcuni anni della sua infanzia rinchiuso in un riformatorio. Studia all'Accademia di Belle Arti di Brera e conosce Grubicy de Dragon (critico, gallerista e mercante d'arte) che lo conduce alla tecnica divisionista. Il suo desiderio di una vita lontana dalla città e vicina allo spirito religioso lo porterà nel 1886 a trasferirsi in Svizzera. Le sue opere sono caratterizzate da un interesse per la vita dei pastori e dei contadini e per la natura.
"Maternità" di Gaetano Previati
Gaetano Previati (1852-1890): Formatosi a Milano nel clima della scapigliatura nel 1889 incontra Grubicy de Dragon che lo conduce al divisionismo. Le sue opere sono caratterizzate da una pennellata sottile e filamentosa e da una grande luminosità. Oltre alle opere di pittura Previati ha un'intensa attività grafica e di elaborazione teorica.



"Giorni ultimi" di Angelo Morbelli
Angelo Morbelli (1853-1919): amico di Pellizza da Volpedo aderisce al divisionismo nel 1890. Nelle sue opere possiamo riscontrare un grande interesse per i "miserabili" e per i personaggi che potremmo definire antieroici. Coerentemente con questo interesse dal 1885 esegui una serie di ritratti sugli anziani residenti al Pio Albergo Trivulzio (casa di riposo milanese dove Morbelli allestisce anche il suo studio). La sua pittura è caratterizzata da toni bassi, quasi monocromi e da ricchi effetti luminosi.

Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907): frequenta sia l'accademia di Belle Arti di Brera che quella di Bergamo anche se parte della sua formazione avviene a Firenze in compagnia di Giovanni Fattori. Pellizza da Volpedo è molto attaccato alla sua terra contadina e alla propria gente (tanto da aggiungere al suo nome Volpedo città natale in provincia di Alessandria). Arriva divisionismo Grazie all'amicizia con Morbelli. Nelle sue opere emerge il desiderio di rappresentare il riscatto sociale delle classi più povere.

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